Giovanni Morandi

Opere per Organo a 4 mani. Edizione critica e Catalogo delle opere a stampa per Organo

  • Curatore: Gabriele Moroni
  • Editore: Ut Orpheus
  • Codice: AR 3
  •   Disponibile
  • € 53,95


Introduzione, Tema, e Variazioni; Introduzione, Tema, Variazioni, e Finale; Sonata; Pastorale; Sinfonia con l’imitazione della banda militare; Sinfonia marziale

Autore: Giovanni Morandi (1777-1856)

Curatore: Gabriele Moroni

Data pubblicazione: 1/4/2005

Pagine: pp. 160

Formato: 235x315 mm

Rilegatura: Brossura (copertina morbida)

ISMN: 979-0-2153-0963-0

Codice: AR 3

Codice int.: ar003

Il giornale della musica 03/06
Il compositore marchigiano Giovanni Morandi (1777-1856) viene ricordato dalle enciclopedie come figlio di quel Pietro Morandi dalla cui scuola di canto uscirono virtuosi illustri quali Girolamo Crescentini, Angelica Catalani e Luigi Bassi (il primo Don Giovanni mozartiano), come marito egli stesso di una delle più valenti cantanti del primo Ottocento, Rosa Morandi, e come patrocinatore del debutto teatrale del diciottenne Rossini, a Venezia. Ma fu anche compositore di suo, interrompendo la creatività nel periodo centrale della vita, quando si limitò ad accompagnare la consorte nei maggiori teatri d'Europa. Rimasto precocemente vedovo, si ritirò definitivamente a Senigallia, da dove mantenne corrispondenza con i maggiori musicisti del momento e riprese a coltivare la sua grande passione organistica. Decine furono le composizioni date alle stampe presso i maggiori editori dell'epoca, ma dieci volte tanto sono quelle rimaste manoscritte e disperse fra archivi di chiese e conventi da lui foraggiati con spartiti sempre nuovi.
La benemerita Associazione Marchigiana per la Ricerca e Valorizzazione delle Fonti Musicali (A.Ri.M.) ha di recente indirizzato gli sforzi nel rilancio di un manipolo di sue composizioni organistiche, patrocinandone l'edizione a stampa e la registrazione discografica presso due illuminati editori bolognesi (Ut Orpheus e Tactus), e affidandole rispettivamente a un musicologo (Gabriele Moroni) e due organiste (Federica Iannella e Giuliana Maccaroni) d'ambito senigagliese. Persino l'organo utilizzato è d'origine controllata, individuato nell'entroterra marchigiano in un Callido del 1767, del tutto analogo a quello per cui tali musiche furono scritte. Si tratta di composizioni a quattro mani: organico quanto mai atipico per l'immagine di "musica organistica\"" che comunemente nutriamo; ma ancor più atipici sono i generi compositivi affrontati: temi con variazioni, sinfonie marziali, marce militari, così lontani dall'immaginario collettivo di "musica liturgica". Il fatto è perché di musica liturgica in senso stretto non si tratta affatto, benché spesso utilizzata anche in seno al rito religioso; siamo piuttosto qui nel campo della musica da concerto, d'intrattenimento, o semplicemente di svago amatoriale e dilettantistico, destinata nella fattispecie allo strumento più diffuso fra le parrocchiali di piccoli centri e monasteri isolati dai circuiti musicali teatrali. Uno spiccato gusto per la teatralità è nondimeno fatto salvo, con effetti bandistici e temi cabalettistici che ammiccano a Rossini e Donizetti, Mercadante e Pacini.
Ampia e documentatissima la prefazione al volume di Moroni, con una minuziosa ricostruzione del contesto storico locale; brillante e priva di inopportuni "pudori" estetici l'esecuzione di Iannella e Maccaroni, che fanno suonare il loro organo con dovizia di timbri sgargianti. Di ottima qualità la stampa delle musiche e la loro resa sonora, secondo lo standard consueto dei due editori. (Marco Beghelli)